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purgatorio - canto xix 237

     «O Virgilio, o Virgilio, chi è questa?»
fieramente dicea; ed el venía
30con li occhi fitti pur in quella onesta.
     L’altra prendea, e dinanzi l’apría
fendendo i drappi, e mostravami ’l ventre:
33quel mi svegliò col puzzo che n’uscía.
     Io mossi li occhi, e ’l buon maestro «Almen tre
voci t’ho messe!» dicea. «Surgi e vieni;
36troviam l’aperta per la qual tu entre».
     Su mi levai, e tutti eran giá pieni
de l’alto dí i giron del sacro monte,
39e andavam col sol novo a le reni.
     Seguendo lui, portava la mia fronte
come colui che l’ha di pensier carca,
42che fa di sé un mezzo arco di ponte;
     quand’io udi’ «Venite, qui si varca»
parlare in modo soave e benigno,
45qual non si sente in questa mortal marca.
     Con l’ali aperte, che parean di cigno,
volseci in su colui che sí parlonne
48tra’ due pareti del duro macigno.
     Mosse le penne poi e ventilonne,
Qui lugent ’ affermando esser beati,
51ch’avran di consolar l'anime donne.
     «Che hai che pur inver la terra guati?»
la guida mia incominciò a dirmi,
54poco amendue da l’angel sormontati.
     E io: «Con tanta sospeccion fa irmi
novella vision ch’a sé mi piega,
57sí ch’io non posso dal pensar partirmi».
     «Vedesti» disse «quell’antica strega
che sola sovra noi omai si piagne;
60vedesti come l’uom da lei si slega.
     Bastiti, e batti a terra le calcagne:
li occhi rivolgi al logoro che gira
63lo rege eterno con le rote magne».