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CANTO I

     Per correr miglior acqua alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
3che lascia dietro a sé mar sí crudele;
     e canterò di quel secondo regno
dove l’umano spirito si purga
6e di salire al ciel diventa degno.
     Ma qui la morta poesí resurga,
o sante Muse, poi che vostro sono;
9e qui Calliopè alquanto surga,
     seguitando il mio canto con quel suono
di cui le Piche misere sentiro
12lo colpo tal, che disperar perdono.
     Dolce color d’oriental zaffiro,
che s’accoglieva nel sereno aspetto
15del mezzo, puro insino al primo giro,
     a li occhi miei ricominciò diletto,
tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta
18che m’avea contristati li occhi e ’l petto.
     Lo bel pianeta che d’amar conforta
faceva tutto rider l’oriente,
21velando i Pesci, ch’erano in sua scorta.
     I’ mi volsi a man destra, e posi mente
a l’altro polo, e vidi quattro stelle
24non viste mai fuor ch’a la prima gente.
     Goder pareva il ciel di lor fiammelle:
oh settentrional vedovo sito,
27poi che privato se’ di mirar quelle!