Oh quanto mi parea sbigottito
con la lingua tagliata ne la strozza 102Curio, ch’a dire fu cosí ardito!
E un ch’avea l’una e l’altra man mozza,
levando i moncherin per l’aura fosca, 105sí che ’l sangue facea la faccia sozza,
gridò: «Ricordera’ti anche del Mosca,
che dissi, lasso! ‛ Capo ha cosa fatta ’, 108che fu ’l mal seme per la gente tosca».
E io li aggiunsi: «E morte di tua schiatta!»
per ch’elli, accumulando duol con duolo, 111sen gío come persona trista e matta.
Ma io rimasi a riguardar lo stuolo,
e vidi cosa, ch’io avrei paura, 114senza piú prova, di contarla solo;
se non che coscienza m’assicura,
la buona compagnia che l’uom francheggia 117sotto l’asbergo del sentirsi pura.
Io vidi certo, e ancor par ch’io ’l veggia,
un busto senza capo andar sí come 120andavan li altri de la trista greggia;
e ’l capo tronco tenea per le chiome,
pésol con mano a guisa di lanterna; 123e quel mirava noi, e dicea: «Oh me!»
Di sé faceva a se stesso lucerna,
ed eran due in uno e uno in due: 126com’esser può, quei sa che sí governa.
Quando diritto al piè del ponte fue,
levò ’l braccio alto con tutta la testa, 129per appressarne le parole sue,
che furo: «Or vedi la pena molesta
tu che, spirando, vai veggendo i morti: 132vedi s’alcuna è grande come questa.
E perché tu di me novella porti,
sappi ch’i’ son Bertram dal Bornio, quelli 135che diedi al Re giovine i ma’ conforti.