Un altro, che forata avea la gola
e tronco il naso infin sotto le ciglia, 66e non avea mai ch’una orecchia sola,
ristato a riguardar per maraviglia
con li altri, innanzi a li altri aprí la canna, 69ch’era, di fuor, d’ogni parte vermiglia,
e disse: «O tu cui colpa non condanna
e cu’ io vidi in su terra latina, 72se troppa simiglianza non m’inganna,
rimembriti di Pier da Medicina,
se mai torni a veder lo dolce piano 75che da Vercelli a Marcabò dichina.
E fa sapere a’ due miglior da Fano,
a messer Guido e anco ad Angiolello, 78che se l’antiveder qui non è vano,
gittati saran fuor di lor vasello,
e mazzerati presso a la Cattolica, 81per tradimento d’un tiranno fello.
Tra l’isola di Cipri e di Maiolica
non vide mai sí gran fallo Nettuno, 84non da pirate, non da gente argolica.
Quel traditor che vede pur con l’uno,
e tien la terra che tal è qui meco 87vorrebbe di vedere esser digiuno,
fará venirli a parlamento seco;
poi fará sí, ch’al vento di Focara 90non sará lor mestier vóto né preco».
E io a lui: «Dimostrami e dichiara,
se vuo’ ch’i’ porti su di te novella, 93chi è colui da la veduta amara».
Allor pose la mano a la mascella
d’un suo compagno e la bocca li aperse, 96gridando: «Questi è desso, e non favella.
Questi, scacciato, il dubitar sommerse
in Cesare, affermando che ’l fornito 99sempre con danno l’attender sofferse».