Molti son li animali a cui s’ammoglia,
e piú saranno ancora, infin che ’l Veltro 102verrá, che la fará morir con doglia.
Questi non ciberá terra né peltro,
ma sapienza, amore e virtute, 105e sua nazion sará tra feltro e feltro;
di quella umile Italia fia salute
per cui morí la vergine Cammilla, 108Eurialo e Turno e Niso di ferute.
Questi la caccerá per ogni villa,
fin che l’avrá rimessa ne lo ’nferno, 111lá onde invidia prima dipartilla.
Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno
che tu mi segui, e io sarò tua guida, 114e trarrotti di qui per luogo eterno,
ove udirai le disperate strida,
vedrai li antichi spiriti dolenti, 117che la seconda morte ciascun grida;
e vederai color che son contenti
nel foco, perché speran di venire, 120quando che sia, a le beate genti.
A le qua’ poi se tu vorrai salire,
anima fia a ciò piú di me degna: 123con lei ti lascerò nel mio partire;
ché quello imperador che lá su regna,
perch’io fu’ ribellante a la sua legge, 126non vuol che’n sua cittá per me si vegna.
In tutte parti impera e quivi regge;
quivi è la sua cittá e l’alto seggio: 129oh felice colui cu’ivi elegge!»
E io a lui: «Poeta, io ti richeggio
per quello Dio che tu non conoscesti, 132acciò ch’io fugga questo male e peggio,
che tu mi meni lá dove or dicesti,
sí ch’io veggia la porta di san Pietro 135e color cui tu fai cotanto mesti».
Allor si mosse, e io li tenni retro.