L’anima ch’era fiera divenuta,
suffolando si fugge per la valle, 138e l’altro dietro a lui parlando sputa.
Poscia li volse le novelle spalle,
e disse a l’altro: «I’ vo’ che Buoso corra, 141com’ho fatt’io, carpon per questo calle».
Cosí vid’io la settima zavorra
mutare e trasmutare; e qui mi scusi 144la novitá, se fior la penna abbórra.
E avvegna che li occhi miei confusi
fossero alquanto e l’animo smagato, 147non poter quei fuggirsi tanto chiusi,
ch’i’ non scorgessi ben Puccio Sciancato;
ed era quel che sol, de’ tre compagni 150che venner prima, non era mutato:
l’altr’era quel che tu, Gaville, piagni.