ma stieno i Malebranche un poco in cesso,
sí ch’ei non teman de le lor vendette; 102e io, seggendo in questo luogo stesso,
per un ch’io son, ne farò venir sette
quand’io suffolerò, com’è nostro uso 105di fare allor che fuori alcun si mette».
Cagnazzo a cotal motto levò ’l muso,
crollando il capo, e disse: «Odi malizia 108ch’elli ha pensata per gittarsi giuso!»
Ond’ei, ch’avea lacciuoli a gran divizia,
rispose: «Malizioso son io troppo, 111quand’io procuro a’ miei maggior tristizia».
Alichin non si tenne, e, di rintoppo
a li altri, disse a lui: «Se tu ti cali, 114io non ti verrò dietro di galoppo,
ma batterò sovra la pece l’ali:
lascisi ’l collo, e sia la ripa scudo, 117a veder se tu sol piú di noi vali».
O tu che leggi, udirai nuovo ludo:
ciascun da l’altra costa li occhi volse, 120quel prima, ch’a ciò fare era piú crudo.
Lo Navarrese ben suo tempo colse;
fermò le piante a terra, e in un punto 123saltò e dal proposto lor si sciolse.
Di che ciascun di colpa fu compunto,
ma quei piú che cagion fu del difetto; 126però si mosse e gridò: «Tu se’ giunto!»
Ma poco i valse, ché l’ali al sospetto
non potero avanzar: quelli andò sotto, 129e quei drizzò volando suso il petto:
non altrimenti l’anitra di botto,
quando ’l falcon s’appressa, giú s’attuffa, 132ed ei ritorna su crucciato e rotto.
Irato Calcabrina de la buffa,
volando dietro li tenne, invaghito 135che quei campasse per aver la zuffa;