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scritti che sono anteriori alla riforma dell’Accademia, la lingua francese non era gran fatto, per quello che risguarda la costruzione, i modi dello esprimersi e quasi direi l’andamento ed il genio, dissimile dalla nostra. E di ciò ci sono altre ragioni diverse dal passaggiero dominio che sotto alla reggenza di Caterina de’ Medici ebbero i nostri uomini in Francia. Siccome gli antichi Italiani studiato aveano i Provenzali, maestri a quel tempo di ogni gentilezza, e così di maniere provenzali fu arricchita la nostra lingua, allo istesso modo i Francesi del tempo di Francesco Primo e de’ tempi dipoi studiarono i nostri autori, da essi appresero più maniere di cose, quelli voltarono nella loro lingua. Ed essa venne a poco a poco bevendo i colori della nostra, e ne prese talmente le sembianze, che i libri di quel tempo si potriano voltare, senza offensione de’ nostri orecchi, quasi parola per parola in italiano. La lingua francese di allora era tale, che quantunque Montagna si dolga che non la trovava abbastanza maneggievole, né atta a rispondere a una forte immaginativa1, avea certamente più varietà, più vivezza e più schiena che non ha presentemente.

  1. "Je le trouve [le language françois] suffisamment abondant, mais non pas maniant et vigoureux suffisamment: il succombe souvent à une puissante conception" etc. Essays, Liv. III, chap. V.