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VITA DI F. ALGAROTTI

intiepidirsi nel suo petto. L'epitaffio da lui composto diceva: Algarottus, sed non omnis, dove, lasciamo strare il pregio della brevità, si scorge felicemente applicato il non omnis moriar d'Orazio. Ma Federigo il Grande gli fece erigere un sontuoso monumento nel Campo santo di Pisa colla iscrizione seguente: Algarotto Ovidii aemulo, Newtoni discipulo, Federicus rex; le quali ultime parole furono dagli eredi cambiate con quest'altre: Federicus magnus. Oltre alle opere di cui s'è lievemente toccato di sopra, scrisse l'Algarotti più altre cose, le quali, unite dal Palese in un solo corpo, occupano diciasette grossi volumi. Le più importanti sono inserite nella presente Raccolta; e con sicurezza si può affermare, non bisognar più avanti per mettere i lettori in istato di stabilire qual posto gli si competa nel Panteone italiano.