Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/99


Dialogo secondo. 87

nendosi in altri, che uscivan da’ corpi, quelli abbracciavano, e feco loro tornando in dietro racean Patire all’anima gli oggetti; L i più ragionevoli tra loro, dittero fiaccarli dalla fuperncie de’ corpi, membrane fottiliffime di particelle, e d’atomi, che tra di effi anno la medefima difpotet Z]0 ne, e il medefimo ordine, che e nella fupcrtieie de’ corpi medefìrni; e quefte membrane, che chiamavano fimulacri, o immagini affatto limili a’ corpi donde partivano, entrar nell’occhio, ed in tal modo farli la vifione. Ed egli è mirabile ellerli trovato in quello leccio, e molto più m Inghilterra, chi acciecandofi al lume delle cole, fiali un’altra volta voluto immerger nella notte delle parole, dicendo la v ilio ne farli per via de differenti gradi delle forze efpanfive, communicare da’ corpi all’occhio attraverfo il pieno, e le chverfe moderazioni di ella, come la dilhnzione, la debolezza, e la confufion nel vedere nafeerc dalia proporzione che anno quelle elpaniive forze degli oggetti colle contrattive de’ nervi ottici. I Moderni però toltone per avventuri quello, il quale come quell’altro, che ferine già in quelli ultimi tempi contro la circolazion del fangue, neceflario era all’infinite, e^ ltravaganti combinazioni dello Spirito umano, anno abbandonato quelle chimeriche fpiegazioni, fighe dell’ignoranza, e dell’orgoglio, nè anno gran fatto apprezzato le ragioni di coloro, che voleano gli effluvj ufeir più rollo dall’occhio, che dagli oggetti, effendo più ragionevole, che ufchTer da una loilanza animata, che da una inanimata, che