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Dialogo secondo. 85

certa grandezza, perchè sulla muraglia opposta, o sul pavimento si veggano dipinti gli oggetti, che son dirimpetto al foro. La lente, replicò la Marchesa, non è ella necessaria a questa pittura? Ella è necessaria, rispos’io, per darle in certa maniera l'ultima mano, ma anco senza di essa, purchè il foro sia picciolo, e la muraglia opposta, o il pavimento non molto lontano, a ra^^cnc X pel foro fono aliai vicini, onde non abbiano a confonderli, e poffan d%m| e» Al to, o falla muraglia una competente»m«a*g£«leali ometti eikrni. Se egli avviene che 1 umor S divenga opaco, nel che «niillHa ca. «ratta, non va altro rimedio in quello ca io per ricovrir la villa, che far* lo deprimere tagliando que’ Filamenti che lo tengon fafpeffl; e a aia Lò dipinger fnlla retina di quelli *fai qual immagine degli oggetti. Ma feagi bpiuma nella ftanza ofeura e molto pm debole 9 £confuia, quando non fi applica al oro ^""»lente, Si lo è quella, che fi fa falla fioro, allorché non v’a più innanzi alla pupilla l’i crilUlHno, che è la lente -dell’occhio; benché

m altri due umori, che rellano, ajutiuo uri

coco i raggi ad unirli-, ed una lente conye isapoffa iti gran parte fupplire alla mancanza dell umor crillaììino! Coù lupplifs’ella ad.un altra pm crave malattia dell’occhio, in cui, benclie egli fu per altro valente, e fano, la retina o il nervo ottico infermo ed ollrutto non porta al cervello ■fenia/.ione alcuna dell’immagine degli oggetti, che vi lì dipinge chiara, e d idiota. Questa ma-