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82 Dialogo Secondo.

a destra, fi ritrovano e Ile re a fi ni fi ra. Similmente il punto efhemo ed ultimo del pennone manda de’ raggi fulla lente, i quali fi uaifcono in un akro punto, e fi ritrovano dopo il padaggio loro per la lente, effere a mano delira di a finiilra eh"erano; in quella maniera appunto, che fe uno tenendo due canne una per mano, l’incroccialTe iniì eme; quella che innanzi l’incrocciamento, era a mano delira, dopo l’incrocciamento fi troverebbe effere a finiilra, e per lo contrario quella che era a finiilra, a delira. Ora i raggi nella lente s’incrocciano nella medeflma maniera, che le due canne nel punto in cui fi toccano. Il medefìmo fi può dire, chi metteffe la freccia in piedi, de’ raggi che venendo dalla parte fu periore di effa rellano dopo l’incrocciamento, e paffaggio loro per la lente nella parte inferiore, e di quelli che venendo dall’inferiore, reiìano nella fuperiore. Eccovi adunque cangiato ogni cofa in quelli raggi; ciò che era alto, è divenuto baffo; e ciò che era baffo, alto; ciò ch’era a mano finiilra, è a delira; e ciò ch’era a delira, è a finiilra. Se adunque fi porrà una carta dietro alla lente in quel luogo, dove quelli raggi li unifeono, eglino vi dipingeranno fopra un’immagine della freccia, in cui la punta farà a finiilra, ed il pennone a delira, che vale a dire l’immagine farà al rovefeio dell’oggetto. Ciò che v’ho detto della freccia, potete agevolmente trafportarlo a qualunque oggetto, ad un paefe, ad una piazza, o che fo io, con quefta differenza però, che tutte le parti di una piazza, o d’un paese non ponno esser nell'