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Dialogo secondo. 77

farebbe egli, che la cosa, che piace il meno alle Donne, Lo a fi onte d’un'immagine e di un'ombra, debba c fiere il manto? Per altro io con £S£2££ noftra prima Madre i avute, graa££* io quello; ed io grandinìi noi cominciamo a veder quelle buon’ora, perchè ci faccino una ce «J ^P re ^SS guarderò nello fp-chio con una fpecie di piacere, che avrà del Filolofico.

Ncffun piacere tra i Filosofici, continuai io, è maegior di quello di conhderare i varj giuochi, che fanno’ i raggi della luce piando frtraverfo un vetro d’occhiaie goboo, ^onjcffo a tutte e due le parti, e che per la iomignao za, eh" cgh à con un grano di lenticchia i chiama lènte; dalchè dipende la fpicgzion della vifibne. Sfc due raggi di luce yfl r«/Wi tra oro cioè a dtre,che confervm fempre tra loro la medclima lenza nè avvicinarli, nè alontanarfi come fé fpalliere fanno di quelli viali, cadono, fopra una len*e, lì vanno per via della riftano* che (offrono ad unire di là da ella m un punto, che fi chiama il foco della lente; U quale e più, o meno lontano, fecondo che la lente e pm o meno eobba, o convelTa, coOcchè a minor conyeUi a corrilponde maggior dittane di foco, e minore,