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74 | Dialogo Secondo. |
presto nelle lunghe navigazioni la de fiata terra, del vedere il Sole, e la Luna piena della figura d’un uovo, quando fon vicini all’Orizonre, e fimili altre cofe, le quali avvengono, perchè i raggi da quelli oggetti all’occhio nortro arrivano, come dicevamo, per via delle rifrazioni come vegnenti da’ luoghi differenti da quelli, ove fono gli oggetti medefimi. L’occhio che noti fa nulla di quefte rifrazioni, riferifee fempre e trafporra gli oggetti a que’ luoghi, donde pare che i raggi vengano, cioè a dire vede nella direzione de’ raggi, che lo penetrano e lo ferifeono; ond’è, che* la figura e il ino delle cofe per via di raggi rifratti vedute vengono ad alterarli, Se io, non fapendo nulla d’Ottica, la prima volta che ho avuto lonor di vedervi, avelli avuto agli occhj un prisma, il quale nel rifrangere i raggi, che da voi mi veniano, avefie loro dato quella direzione eh* elfi avrebbono avuto, fe venuti foflero dal Cielo; io vi avrei certamente veduta, come trafportata laf.ù nel paefe delle favole, circondata da una varietà infinita di colori, e vi avrei pregato a discendere, come Endiraione la Luna, facendovi qualche fiorirà detenzione d’un’ombrofo bofehetto, o d’una folitaria valle per invitarvi a lafciare il Cielo, e le Stelle. E tutto quefto farebbe nato da quella direzione, che il prifma avrebbe dato a* raggi, che da voi farebbon venuti all’occhio mio.
Mi pare, dissee la Marchesa, che gli uomini vedano fempre coloro, che fono in una condizione molto elevata fopra di eflì attraverfo certi prifrai, che glieli fanno comparire come