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Dialogo secondo. | 67 |
Marchesa. Un certo entufiafmo Filolofico vi avea prefo di voler rovesciar affatto ogni cofa. A buon conto quanto alle opinioni, che fi chiaman pazzie, voi vt fìete piegato. Quanto alle altre; io fon contenta, che voi mettiate quella differenza d’idee così lontana, come l’Oriente è da nei. Noi le difporremo per ora, foggiuns* io, quelle differenze fecondo le Zone, e di tratto in tratto da Oriente a Occidente, e a mifura che vi farete avvezzata alla Filofofia, le ravvicinammo tra loro a grado a grado, finché arriveremo a porne alcuna ria voi e me, e perfino tra gli occhj di certe perfone, che con l’uno veggono gli oggetti più grandi, che coll’altro.
Come farebbe egli mai ciò possibile? diss’ella; Voi fiere inlaziabileUieilc vofire vifioni, e volete far l’ultime prove delle perfone. Non folo volete por della differenza tra uomo e uomo, ma fino tra occhio ed occhio del mede fimo uomo, lo vi confeffo, che vi trovo bene intraprendente. 11 Gaffe ndo, rifpos’io, un de’ celebri Filofofi del parlato fccolo, non dice egli di fe med efimo, che con un occhio vedeva i caratteri d’un libro più groffi, che coll’altro? Voi vedete, che la colpa non è mia, ma degli occhj del Gafiendo. Molti altri ne troverete ancora con tali occhj colpevoli, fe gli uomini egualmente curioii foriero di efaminare i loro fenfi, che occupati fono in fervirfene. Si dice pure effervi alcuni, che veggono certi corpi di color giallo guardandoli con un occhio, e di color verde, o azzurro guardandoli coll’altro. Ma non s’osserva