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Dialogo secondo. 55

ne, qual legame vi può egli effere tra il corpo, e l’anima, tra un’ertenfìone, e un penQero, tra un moto, e un’idea, tra la materia, e lo ipirito. Qual forte di commercio pollano elfi avere, non polliamo immaginare. Quel commercio, nfpos ella forridendo/cheà Enea coli’ ombra del padre Anchife negli ulisi. Eglino fi comunicati vicendevolmcnte ie più belle cofe del Mondo; poi quando Enea vuol prendere ad abbracciare il vecchio Padre, egli svanisce come un sogno, e va in fumo.

Ecco, rispos’io, di che trar da quello palio una beila Allegoria, cheavrebbe fatto grand onore a un erudirò, e polverofo comencatore del fecole parlato. Ora per metter vie più in chiaro la v olirà allegoria,*e affinchè d’altra parte veggute, the nulla à potuto fgomentar gente allevata» e nutrita in mezzo alle difficoltà; alcuni vi diranno, che v’à una certa cqrrifpondenza, o armonia portabilità tra l’anima, è il corpo, coiicchè benché eglino abbiano che fare infìeme in quel modo, in cui un ballo d’Arliehmo à che far nelle nofì re Opere, colla morte di Didone e co’ deftim di Roma; rutta volta in virtù di quella armonia tra elio loro prelhbilira, nel tempo che fìeguono certi moti nell’uno, fieguauo certe idee e certi d elìder j nell’altra. In fomma eglino fono, come due Orologi indipendenti l’un dall’altro, che fot Uro caricati in modo, che quando l’uno inoltra Tua’ ora, l’altro do velie fempre ma lira r le due, e cosi del retto. Il vortro Defcartes vi dirà che in accattane, che nel Mondo materiale i corpi