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Dialogo secondo. 49

io, e tutta la Filosofia del Mondo non farebbon però, che voi non piaceste ad occhio nudo; e questo è pur ciò, di cui paga esser dovrebbe anco una Cleopatra. Virgilio fa dire da Coridone al suo Alessi



— ò bel fanciullo

Al tuo color non ti fidar cotanto.

Ed io posso francamente dirvi


O Bella, alle tue man fidati pure.

Siccome i nostri sensi per ventura non sono, dirò così, Microscopici, così ne pur Filosofici sono i nostri sentimenti. Guai se il nostro piacere fosse in mano de’ Filosofi, e se una bellezza per chiamarsi bellezza dovesse sostenersi contro tutte le sperienze d’un Fisico. Egli saria come se una Donna per chiamarsi casta sostener si dovesse contro i sospetti, e le più diligenti ricerche di un Marito geloso. Queste due specie an questo di comune, che tutte e due tendono alla distruzione delle cose più rare.

Ma i Filosofi, disse la Marchesa, non conosco un modo nel distruggere, perché poca altra cosa ponno lasciar a’ corpi dopo d’aver loro tolto i colori, il calore, il sapore, e le tante altre cose che levan loro via. Lascian loro, rispos’io, l’estensione, cioè la lunghezza la larghezza e la profondità,l’esser l’un dall’altro impenetrabili, il moto, e la figura, e tutte quelle cose belle, che i Matematici, e i Meccanici deducon da queste, sulle quali vi mostrerei così spaventosi volumi, che tutto ciò che è stato scritto sulla Crusca vi sem-


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