Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/6


(VI)

ra, che sulle tracce de’ calcoli, e della più recondita Geometria all’antica sua selvatichezza più che mai ritornava. Voi avete abbellito il Cartesianismo: io ho procurato di domar, per così dire, il Newtonianismo, e di rendere aggradevole la sua medesima austerità.

Le cose astruse però, che m’è convenuto trattare, non sono che necessarie, e frammescolate sempre di qualche cosa, che possa di tratto in tratto sollevar lo spirito e l’attenzione ch’esigono. Per quanto delizioso un passeggio sia, si ama però di trovar di tratto in tratto qualche erboso sedile per riposarsi talora. Le linee e le figure sono affatto sbandite, come quelle, che darebbono a questi Discorsi un’aria troppo dotta, e che mettrebbon paura a coloro, a’ quali si vuol piacere per istruirli. Vi si sfuggono, quanto si può il più, i termini di Matematica; e se ve n’â alcuno, egli è spiegato per via di cose le più familiari nella vita. Delle difficoltà, che sono state mosse a qualche sperienza, la Storia delle invenzioni Ottiche, de’ dubbi metafisici, la diversità delle opinioni di varj Filosofi, levano alla materia ciò, ch’ella potrebbe per la troppa uniformità sua aver di nojoso. Non ô tralasciato di renderla, per quanto ella il per-