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Dialogo Primo. 45

alla fine ch’egli stesso avesse pazienza; poichè siccome i colori non son ne’ corpi, così non v’â nè pur il sapore, l’odore, il suono, il calore, il freddo, e ne men la luce medesima in que’, che son luminosi.

Ella volea pure che io le spiegassi distesamente questo paradosso. Ma io l’assicurai che tutte le più belle e le più semplici spiegazioni del Mondo, non avrebbon fatto che ad una zuppa riscaldata si potesse coll’animo riferire un buon sapore. Della qual verità ella in fine restò persuasa: e noi finimmo alla maniera degli antichi Egloghisti, o di Omero, che non si scorda l’ambrosia dopo il concilio degli Dei.