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Dialogo Primo. | 27 |
all’altro il processo con assai più rigore, che non facevano gli Egizj a’ loro morti per l’onor della Tomba. Or via, disse la Marchesa, ditemi che cos’è questo Sistema del Descartes, che io non sarò poi tanto difficile, quando e’ sia per piacermi così, come voi mi fate sperare. Egli sarà gran peccato, rispos’io, se non si potrà da quì innanzi proporvi ogni cosa sotto la forma di un Sistema di Filosofia.
Immaginatevi tutta la materia, della quale tutto questo Mondo è composto, divisa da principio in particelle della figura appresso a poco d’un dado picciolissime, ed eguali tra loro. Di queste particelle immaginatevi che altre girino intorno ad un punto, ed altre intorno ad un altro, e nello stesso tempo girino tutte intorno a se medesime, come una ruota, che nell’avanzarsi ch’ella fa verso una qualche parte, fa molte rivoluzioni intorno a se medesima. Questi punti, intorno a’ quali queste particelle girano, sono le Stelle; punti, come vedete, i più luminosi, e più splendidi dell’Universo, e i quali vi agevoleranno a figurarvelo tutto ripieno di Vortici, che questo è il nome, che si dà ad una massa di materia, che giri intorno ad un punto o centro comune; siccome più volte avrete veduto far l’acqua ne’ fiumi, o la polvere che si alza da terra, quando ella è agitata dal vento. Io credo, che voi vorrete esser assai discreta per accordar sulla mia parola il suo Vortice anco al Sole, che non la cede in conto niuno a qualsivoglia Stella. Anzi, disse la Marchesa, io gli accorderò, se volete,