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24 | Dialogo Primo. |
tura voi stesso. Vedete, o Madama, soggiuns’io, se cotesti Atomisti an pensato a’ vostri amori, ed alla vostra quiete. Vi troveranno così su due piedi di che reclutare il Sole con quella facilità, che dee avere un Filosofo, che fa servir la Natura a’ suoi bisogni. Vi faranno scorrer continuamente dentro, per riparar le perdite sue, i semi del calore e della luce, che sono sparsi per l’Universo. Vi metteranno intorno qualche cosa, con cui egli si vada nutrendo, e ristorando nella guisa, che l’oglio, od altra materia nudrisce una lucerna. Chiameremo in soccorso qualche sistema, che ci presterà delle Comete, che vi caderan dentro di tempo in tempo per rannimarlo; e se questo non bastasse, ci raccomanderemo a qualche Filosofo, che trovi il modo di farvi cadere ancora qualche Stella. E se non vi confidaste ne’ Mondani Sistemi, ricorreremo al Celeste rivelato nel Milton da un Angelo ad Adamo, il quale ci assicura, che il Sole trae il suo alimento dalle umide esalazioni, e che ogni sera regolarmente cena coll’Oceano. Ne volete voi di più? No no, diss’ella, la metà di queste cose basterebbe a rassicurare un Lapuziano stesso: ed io spero, che non bisognerà per questa volta incomodar Filosofo alcuno, non che qualche Essere superiore.
Io desidero, replicai io, che le vostre paure non oltrepassin mai la Filosofia, e che la vostra bellezza ed il Sole, siccome anno molte altre cose comuni, così pure comune abbiano la durata. Ma grazie a Dio, che se io v’ho proposto