ne di trafparente opaco. La omogeneità e quella
in cut ricercar fi dee la cagione della apparenza. Se in un corpo vi faranno molti pori i, > e
che quelli riempiuti fieno di una materia ditteremi:
da quella del corpo roecìefìtno, fuccederanno
alla luce mille rifrazioni, e nfleflioni ne le interne
parti di elio, coficchè ella ne verrà ad onere
allatto e fi ima. L’aria cella di efler trafparente, quand’è nuvolofa, benché fia più leggiera
della focena, e confeguentemenre più poroia.
La fu a opacità da altro non può venire, fe non
dall’efler lei in quel tempo eterogenea; il che la
foffrire a’ raggi della luce, che per effa pallano
mille rifleffioni, e rifrazioni, onde vengono ad
efler ben tolto foffocati ed ertimi. Cosi pure la
piccante fchiuma del dehztofo vino di Champagne
verfata da una delira mano alle dilicate cene
di Parigi, è opaca, benché più porofa, e leggiera
dei vino medefimo. Quindi pare dedurli poifa
un argomento, che i Cieli non pofean efler
pietà di una materia, quantunque rara ella tinger
il rolla, quantunque tutta quella, che dentro il
vallo Orbe di Saturno contenuta iofle, e 1 pori
della quale non eccedeflero la più picciola larghezza,
che concepir poffiate, la potette unita
ch’ella foffe perfettamente mueme, e lenza alcun
vano Tramezzo fingere in un pugno. Che
mi dite voi mai? efclamò la Marchefa. Coretto
Nevvtonianifmo è egli il Vello d’oro, alla cui conquirta non fi debba andare, che attraver o
{Dille (Wai portenti, e domando prima mille
ajoftii dell’immaginazione? Credete voi, le