novella , ed 0m ci conduce al difcacciamemo o
alla ripulfione, i cui cfieiti non fono niente me-
no cunfidcrabili in Natura, c maravigliofi . Non
è ein quella forza che fa, che le moiche poiîan
camminar full‘acqua lenza bagnaifi i piedi, e che
le particelle ufcite fumi da’ corpi per via del ca-
lore o della fermentazione fi allontanino talmenq
te tra di elle, chc VEnganO ad occupare uno {pa-
zio‘ infinitamente maggiore che non faccan pri-
ma? L'aria dopo d’ellere Rara compreira , può
efier dilatata. a fegno di occupare uno fpazio più
che Ottocento venti {ci mila volte maggiore che
compcefia non faceva; e ciò lenza refcaldarla , il
che la dilatercbbe ben ancor di vantaggio l La.
famofaComcta del mille feiccnib e ottanta due,‘
acciò veggiate che quella forza non (aggiorna
anch'efla meno in Cielo che in Terra, andò così
vicina al Sole che fu rifc'aldàtà due mila. volte
più che non è il ferro rovente. l vapori da cfl‘a.
alzatifi e lunga cacciati dalla forza ripulfiva gli.
uni dagli altri, l’ornamnn d‘una. resi fpavcntoi‘a
Coda, ch'ella imbarazzava in Cielo la lunghezza
di Quanta milioni di miglia Inglcfi. Guai a noi
{e fofiimo venuti a pafiatle vicino, é ad ciîcrlc
inviluppati dentro. in luogo di penfare a guada-
gnare un’ anello 0 una nuova Luna, noi faremmo
fiati calcinati, e brugiatì come una. picciola pie-
tra nel foce d'une {pccéhio Ufiorio. Da quello
appunto alcuni:| cui i famaîmi dell’incerm avvc—
nire non Iafciàn vctlcrc il fuggirivo preferite ,
alpenano un giorno 0 l‘altro la conflagrazione
Univeri’alc di quefie Globo i Le Comete an for-