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268 | Dialogo Sesto. |
ad essi, divenendo di Pianeti primarj ch’erano femplici fecondar]. Saturno à ottenuto una fituazione vanraggiofa per elTere il più felice nel numero delle fu e conquide. Per la mcdefirna ragione egli à potuto altresì guadagnare un beli’ anello, ond’egli è circondato, il quale era altre volte la coda d’una Cometa, che per fua fvenrura gli pafsò troppo d’apprettò. Quello Saturno, dille la Marchefa, dee efTere molto terribile alle Comete, che fe gli accollano un po’ troppo. Egli dee elTère loro ciò, che era altre volte a’ Porcught-fi il Capo Tormentofo, che fu poi dall’avarizia chiamato di Buona Speranza. Bella cofa per altro flato farebbe aver potuto veder Saturno tutto a un tratto ornarli, ed arricchirli di un’anello, e la povera Cometa profeguire il fuo viaggio, fpogliata dell’onor della coda.
Egli non la fpogliò però, foggiuns’io, che dì cofa, di cui ella fi era arricchita a fpefe altrui, fecondo l’opinione d’un’altro Autor Francete, che ci afìkura aver lei prefo quella coda dalla Atmosfera del Sole nell’aura vcrfarla ch’ella fece, benché l’opinion comune Newtoniana fabbrichi le code alle Comete co* vapori, che fi alzan da elTe, allorché fon vicine al Sole.
Non è egli una bella cofa, replicò la Marche fa, di aver per le mani unSiftcma, che fomminifiri anco all’immaginazione, di che divertirti ne’ firani «maraviglio!! avvenimenti, ch’egli rende po (ubili? E tutto ciò, foggiuns’io, per la fola forza, che fa cadere un favolino qm da noi. Si direbbe, ripigliò ella, cotesa attrazione esser