la sua parte. Quantunque egli sia tanto più lontano dalla Terra, che non è la Luna, egli è tuttavia in ricompensa tanto più grande, che non
dee stare ozioso nelle maree. Gli altri corpi Celesti non vi ân luogo alcuno sensibile, come quegli che sono troppo piccioli per la distanza, da cui son separati da noi. Quando la Luna è smezzata, le maree sono le più picciole del mese, perchè allora le due forze attrattive del Sole, e della Luna incrocciandosi insieme, sono il più che si possa contrarie al gonfiamento del mare nel medesimo sito. All’incontro quando la Luna nuova,
o piena, ella è nella medesima dirittura col
Sole rispetto alla Terra, le loro forze conspirano
insieme, e quelle fono le più grandi marce dei
mese; così però che il moto dall’acque concepito,
e per alcun tempo in esse ritenuto dee produrre,
che alcuni giorni dopo la Luna nuova, a
piena il maggior gonfiamento del mare osservisi;
nella giusa che in questa frizione il calore del
mezzo giorno, che nell’aria si conserva, ed al seguente
di mano in mano, benchè per se stesso
minore aggiungesi, fa, che non canto nel mezzo
giorno stesso, quanto alcune ore dopo di svegliar
cogli ondeggianti ventagli le fresch’aurette abbiamo
maggior uopo. Di tutte le maree poi le
più grandi cadono ne’ nuovi, o Pleniluni degli
Equinozj, perchè alla cospirazione delle forze
del Sole, e della Luna, si aggiunge in questo caso
una più grande agitazione nell’acque, se non che
l’essere alla Terra più vicino il Sole, l’Inverno della
State, non ostante il nostro gelare, fa che anzi,