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Dialogo Sesto. 261

tutti i fiumi andarono a ìclicicarnelo. O«onna ritenne in quella occafione un po dell umore "lue o del L paefe, e i funi complicati nonfurono col f miffi come fi convenga con quel D?o che on un cenno fuicita le procelle, e venti 1 con un’b vi farò li fa tacere m profonda calma La punizione ch’ella ne ricevette fu di et? nlpmi/m dietro due volte *gffiéM* forante- il che fuccede a tutti ì fiumi che mecfo f’c Oceano per lo nuflo che v’entra due vote Uni. Perchè, dille la Marchefa, gli ali n fiumi nuocenti, e che non fi diportarono daGu leoni debbono eglino effer puniti comelaG.ionna lat a colpevole? Se folle permeilo di muove; dubbj e far difficoltà agl’Iddj, io proporrei umilmente quefta al Dio del Chapelte.

Voi nAarefte, fctutóp, di cgaalmc„«forti aMi uomini fu quanti fittemi pei ilpiegarquella Maraviglia effiln fatto.ispirazione di quello grande animale, la 1 erta, e il Mire èfferas la cagione altri un ce nell- Oceano Srttencrionate preffo alla Norvegie chiamato Umbllico del Mare, che ti inori una geau quantità d’acqua e poi la mllorbdla fatale alle Balene,& alla Filofofia, che ne fuo. gorghi s’intricano. Gli antichi Cmcfi, che le lor quauro leghe di paefe in Univcrfo erigevano, diacro, due gran popoli difendenti d una certa Principila, che rovente fono m guerra mlieme, l’uno abitato: delle Montagne, l’altro de lidi prillo al Mare effe l’ne cagione, e a radura che aelìa mifchìa gli uni, o gli altri vaio le Monta-