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254 | Dialogo Sesto. |
sarebbe rre mifa e fei cento volte minore della forza, che fa cadere i corpi quaggiù fulla fu perfide della Terra. Vedete come quello combina col noflio principio. La Luna è lontana dal centro della 1 erra, dove principalmente rifiede la forza attrattiva, fellanta di quelle volte, o mifure, delle quali i corpi ne fon lontani una. Il quadrato di feffanta, è appunto tre mila e fei cento. La forza attrattiva adunque dalla Terra alla Luna è feemata di tanto, di quanto è crefeiuto il quadrato della diltanza,come appunto richiede la legge abilita nel Sole, in Giove, ed in Saturno.
Egli faria una bella cola, diffe la. March e fa, fe la Luna veniffe a cadere in Terra, Bello, e piacevole fpettacolo invero darebbe ella di fe a’ Newtoniani, che non avrebbon più nè curiofnà, uè occhi, nè calcoli per altra cofa, che per lei. Non così difficile, rifpos’io, ciò ad avvenir fora, fc ogni cofa foffe corpo, come vogliono 1 Cartellami e quegli antichi Galli, che temeano, non il Cielo un giorno o l’altro cadeffe loro in capo, avrebbon qualche ragion di temerne net fitte ma del loro Defcartes; poiché egli è pure dtmoltrato, che fe la Luna fi muoveffe in un luogo, che pieno foffe di materia fenza fpazietto alcuno fra mezzo, per quanto fluida, rottile, ed eterea fineafi; farebbe per sì fatta maniera nel fuo moro da Occidente in Oriente ritardata, che venendo ben tolta quello a languire, e poi a mancare attatto, corretta d’ubbidire alla forza della g rav a, dall’alto del Cielo precipitofamcnte rovinerebbe io Terra; e noi quaggiù la vedremmo non più