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252 Dialogo Sesto.

che quella del Sole. Nella Terra, a cui non è Toccato in forte, che un folo Satellite, ciò non è a tutta prima così patentemente ma ni fello. Ma perchè fe lo è in quelli, non lo farà anca in quefìa? Senza di che la mancanza di un* altro Satellite, che giri ad un’altra diilanza da noi della Luna, è ricompenfata da’ corpi, che vediamo tutto giorno cadere qui preiTo la fupeificic della Terra; poiché bifogna credere, che la forza, che faria cadere la Luna, s’ella perdeffe il moto, ch’ella I da Occidente ia Oriente, è la medefima, che fa cadere qui da noi giornalmente i corpi, quando fon lafciati a fe mede limi; perchè fe fi è dimofhrato elTervi nella Terra una forza attrattiva, è chiaro, che in quella dobbiamo cercar la caufa di ciò, che fi chiama gravità, ch’è un’altro fenomeno, per ifpiegar il quale ì Vortici non fono flati niente più felici, che per ifpitgare il moto de’ Pianeti. Se noi pott filmo portare i corpi a dillanze molto confi debbili dalla Terra rifpetto alla dillanza da noi ai centi o di ella, che è di migliaja di miglia, noi vedremmo in eflì la forza della gravità prodigiofamente fminuita. Una Nave da guerra di cento e più pezzi di Cannone, per cui una felva intiera è fiata tagliata, e una miniera efauila, ua di quelli caileJIi immobili in mezzo all’Oceano farebbe rovefeiata al foffio del Zefftro il più leggiero. Gli Amfiteatri, le famofe Pietre di Satisbuiy, argomento di tante favole a’ dotti egualmente, che al volgo, tutte quelle moli colofiee» che Hanno infieme per la forza della gravità, fa-