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248 | Dialogo Sesto. |
maninconico loro Catalogo. La legge che nello indebolirti a varie diftanze del Sole viene dalla forza attrattiva olTervata, è quella medefima appunto, che oflèrvan le altre qualità, che da’ corpi fi diffondono; come l’odore, il luono, il calore, e la luce, che è quella, che più d’ogni altra ci appartiene; talché credendo voi aver poco fa fciolro un folo Problema, ne avete realmente fciolto due. La luce del Sole in Giove, dille la Ma-chefa, farebb’ella anch’ella venticinque volte minore, che qui da noi, come lo è l’attrazione? Appunto, nfpos’io, il medefimo numero ferve si per l’una, che per l’altra. Similmente voi troverete, che e l’attrazione, la luce del Sole, e il tuo calore, effer denno in Saturno novanta volte minori, che qui da noi. 1 crepufcoli de’ noli ri più remoti Lapponi farebbono ivi i più bei giorni di State, e nella più fervente fua Canicola i noftri mari in perpetuo ghiaccio indurati, gemerebbono non già al folcar di agile vafcello, ma/otto il pcfo di pigro carro; laddove m Mercurio nel cuore iillfiò del Verno a cagion della fua grande vicinanza al Sole, diffipandofi ben pretto in fornii vapori, e rettando afciutti, offirirebhono a Piloti un’orrendo fcheletro, e una terribil villa degli fravenù dell’onde, e a’ Naturalifìi una vaga fofpirata Scena, onde arricchire ita Musei.
Vedete, rifpos’ella forridendo, quante belle cofe io avrei trovato fenza accorgermene Kgh è pur vero, che le cofe grandi fi tanno il più Iorate fenza faper come, e che fi retta in ime colla maraviglia di vederle fatte. Nelle azioni uma-