letto, che fi chiama aberrazione del lume da due
cagioni proviene e dalla figura, che fi vuol dare
comunemente alle lenti, e da quella di fpofizione,
che anno i raggi della luce a fe pararli nel ri franger
fi; benché la colpa, che v’à in ciò la figura
della lente fia così picciola, che non è da effer
paragonata a quella, che v’à la diverfa rifrangibilità;
coficchè coloro che di dar cercarono affin di
perfezionare i cannocchiali nuove figure alle lenti,
che unir doveffero veramente i raggi in un punto,
perdettero affatto le loro fpeculazioni. Nel
Secol d’oro deferitto da’ Poeti allor quando tra i
fiumi feorrenti latte, e le quercie fudanri mele, fi
vedeano gli arieti in mezzo a’ prati dì nativa porpora
riveìliti, e l’agnello difpiegare al Sole il vivace
fcarlatto, pria che la lana imparato avefTe
dalle mani dell’Arte a mentir diverfe tinte; egli c
da credere, che più difiinta mente farebbonfi ve.
duti col cannochiale gli oggetti dalla Natura medefima
di puri e bei colori dipinti, allorché il
cuore fteffo dell’uomo da più pure paffioni animato,
più apertamente fuori traluceva, e l’Amor
fofpirava non già per abitudine, nè con arte, e
non piangeva, che per piacere. Ma in quello noli
ro fecol di ferro, in cui e le pafiioni, e i colori
dalla prima loro purità degnerato ànno, qualunque
figura abbia la lente % il punto dell’unione de*
raggi azzurri o verdi farà fempre diverfo da quello
de’ roffi, o gialli, e avravvi per neceflità mai
fempre dell’aberrazione; e quel circoletto non
vorrà giammai divenire un punto. La qual cofa
è molto incomoda agli Ailrouomi, i quali per