zan dal mare, e dalla Terra, variamente ne dipinge
il Cielo, allorché l’Aurora colle dita di rofe
{chiudendo al mattino le porre, richiama i mortali
all’opre, od Efpero cadente li configli» al rtpofo
ed al piacere; benché egli malagevol fìa di
rintracciar la cagione, per cui i colori al nafcere,
& al cader del Solevano quali Tempre i mede fimi,
e fi fu c cedano con certo ordine. Si fa pure
che la differenza del colore degli occhi in varie
perfone viene dalla differenza della tenitura dell’Iride, che è quella fafcia nell’occhio, che circonda
la pupilla. La varietà delle fibre, ond’elia è
tellina, accende in alcune l’irapcriofo fguardo
d’un’occhio nero, e compone in altre d’un azzurro
l’infidiofa placidezza. Ma egli è poi difficile
di a (legnar la caufa collante, perchè le Nazioni
Settentrionali generalmente abbiano colla
bionda capigliatura gli occhi azzurri, o gtigj, e
noi altri da un’immaginazione e di un clima più
caldo gli abbiam neri come le noftre chiome.
Ma da quello Interna nafce la fpiegazion di uri
fenomeno, che è forfè inefplicabile in ogni altro,
«ciò ci ricompenferà fe noi poffiamo particolarmente
d’ogni cofa render ragione. Due liquori
un rollo, ed un* azzurro, ciafeuno de’ quali è
trafparenre, ce (fan d’effe do, fe fi traguarda artraverfo
tutti e due. Quello fenomeno, cagione
di tanta maraviglia a colui, che fu il primo ad
oilervarlo, non è che una coufeguenza della dottrina
Newtoniana. L’uno di effi trafmette i raggi
rofTì, e l’altro gli azzurri, e non altri. I raggi
adunque trafmefli dall’uno, faranno eltinti ed