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214 Dialogo Quinto.

ne a cangiarti un poco? I corpi potino e fiere in certo modo riguardati come ftoffe, i cui fili riflettendo ci afe uno in particolare una certa forra di raggi, tutta la fona viene a parere del colore, di cui fono i raggi riflettuti da varj fili, chela compongono.

avviene egli, dhTe la Marchefa, di que’ raggi che riflettuti non fono? Se ne fa egli novella alcuna? O fon trafmefli, rifpos’io, o foffocati ed efHnti; coficchè e’ vengono a perderfì tra le particelle de’ corpi. Una foglia d’oro porta tra il lume, e l’occhio, è trafparente, e apparifee di un’azzurro verdiccio; ma una malfa di foglie d’oro porte le une fopra le altre, colla trafparenza il color perde, e (Tendo i raggi che paflan per la prima foglia, foffocati ed efhnti nel pattar che fucceffivamente fanno per le altre. I corpi bianchi fono ftoffe comporte di fili, da* quali è riflettuto ogni colore, e i neri per lo contrario artorbono, ed eflinguono dentro a fe ogni forra di raggi. Per la qual cofa i corpi neri fi rifcaldano molto più facilmente di qualunque altro, e un capellino nero lnglefe, come ne’ viali di S. James fe ne veggono, non faria al vortro cafo per parteggiare al Sole Italiano. I corpi bianchi, come quelli, che riflettono, e fcaccian da fe ogni fona di raggila rifcaldano molto più difficilmente degli altri, che ricevon dentro di fe, ed artorbono 1 raggi de" colori, che non riflettono, o trafmetrono.

Dalle medcfime caufe pur nafeono le varie tinte, che nell’aria feor giamo. La differente denfità, e eroflezza delle efalazioni e de* vapori, che si al-