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10 | Dialogo Primo. |
materie scientifiche; che così pure avea adoperato il più gentil Filosofo della Francia in una congiuntura somigliante alla mia, e ormai non si facea più scrupolo di parlar di Filosofia a una bella Dama alle cinque ore di notte in un boschetto. Tanto meno, ella mi rispose, che se ne dovea far il giorno, il qual per altro par più acconcio che la notte a parlar di luce e di colori; e soggiunse con quel tuono di autorità, che rende la legge amabile, e dolce l’ubbidire:
Queste selve oggi ragionar di Luce S’udranno in nova guisa.
Cosi fu d’uopo in ogni maniera cominciare: ma il maggior imbarazzo era d’onde, non avendo ella, si può dire, la menoma tintura di Fisica, di cui era pur bisogno darle una idea generale prima di parlarle della luce e del sistema Newtoniano. In fine dopo averle un’altra volta ma in darno ricordato il Signor Pope, e qualche altra cosa anche di minor’ applicazione e di maggior piacere, entrati che fummo in casa per l’ardor del Sole, che già presso al meriggio ascendeva, io incominciai in questa maniera.
Egli è naturale, che dachè la Società fu assai bene stabilita tra gli uomini perchè vi fossero tra di loro degli oziosi; il che io riguardo come l’Epoca della sua perfezione, questi tra per la curiosità, che naturalmente abbiamo anche delle cose, che ci appartengono meno, e forse per la paura d’esser chiamati dagli altri oziosi, si met-