Iride. Tutti la fpiegazioae, ch’egli ne dà, è ]
che ivi non v’abbia color nefluno, ma foìo l’apparenza
d’un falfo colore firn ile a quello del collo
d’una colomba, cheapparifce, e difparifceal muoverfi,
e cangiar di fito, che l’occhio fa. Quella
bella fpiegazione fa vedere abballarla quanto
poco coniideraOero gli Antichi, e fcguiflero ne’
fuoi fentieri la Natura, poiché per poco, che Seneca
lì avelie prelb la pena di efaminare il fuo
prifma, avrebbe veduto la differenza, che v’era
tra i colori da elfo prodotti, e quelli del collo
d’una Colomba. Una forte di Microfcopio, di
cui egli avea pur notizia, e di cui forfè doyeano
fervirfi gli antichi Artefici per que’ loro co»i dilicati
lavori delle pietre intagliate, e de’ Carnei,
enigma, ed ammirazione de’ noitri tempi, quello
Microfcopio dico fatto di una palla di vetro
ripiena d’acqua non ebbe miglior fortuna nelle
fue mani. Egli attribuiva l’ingrandimento degli
oggetti attraverfo elfo guardati ad una qualità
dell’acqua, non alla figura del vetro, da cui eli’
era contenuta. Il pefo dell’aria, e qualch’altra
fua proprietà era nota agli Antichi, e per ripiegar
poi come l’acqua attenda nelle trombe alpiranti,
il che è cagionato da quello pefo, ricorrevano
ad un certo ideale orrore, che la Natura,
avea pel vacuo, talché più torto che lafciare il
menomo fpazio voto, ella amava meglio di far
afeender l’acqua violando le fue proprie leggi
della gravità. E come una follia ne genera mille
altre, quello così grande orrore la Natura l’aveva
in quelle trombe fiuo ad una certa altezza,