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202 'Dialogo Quinto.

re fra va bianca per la rapidità, con cui le feri fazioni di tutti fi fuccedevan nell’occhio. Voi potete aver talvolta veduto, fé un cerino accefo fi muove rapidamente in giro, tutto il cerchio da lui fegnato nell’aria, illuminato apparire; il che avviene, perchè la ien fazione di luce, che egh eccita nell’occhio nelle differenti parti del cerchio, dura per alcun poco di tempo, e vi reità impreffa, iinch’egli al medefimo Tuo ritorni. Nella Ile (la maniera allorché i colori fi lieguono l’uri l’altro con un’eftrema rapidità, l’impresone di ciafeun di e ili, re Ila nell’occhio fino a tanto, che una rivoluzione intiera di tutti ne fia terminata; per modo che trovandoli tutte le imprctììorii de’ colori nella medefima parte dell’occhio infieme, unitamente la fenfazion vi eccitano della bianchezza, e ciò è fiato altresì dopoi comprovato con una ruota, il cui lembo dipinto co* varj colori del palma apparifee bianco, girata ch’ella fia rapidamente intorno a fe fletta. Vi confeflo, dine la Marchefa, che s’egli folle flato mai poflibile per me di trovar la fperienza ch’io cercava, egli mi fana poi flato aflòlutameiue imponìbile di trovare il modo di variarla in tante e sì differenti guife, benché l’incoftanza, di cui voi altri ci accufate tutto dì, avene per avventura potuto in ciò ajutarmi non poco.

Di quello, replicai io, che non è poi Forfè così gran difetto, coni’ altri penfa, non mancava certamente il Signor Newton per variare le fue fperienze, come ne pure della più feconda, e Poetica immaginazione pei* inventarne ad ogni