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184 Dialogo Quarto.

colore, di cui essi sono senza aggiunta, o mescolamento di nessun’altro.

Prendete fiato, diss’ella, voi Vi eravate impegnato in un periodo così lungo, che io non sapea vedere, quando mai foste per uscirne. Non vorrei, rispos’io, che la lunghezza del periodo mi avesse reso oscuro, cosicchè questa bella sperienza per colpa mia fosse venuta a perdervi. Nò nò, rispose la Marchesa, ella non v’a perduto nulla. Non si riduce egli ogni cosa a dire, che i raggi omogenei della luce sono immutabili, e quanto al colore, e quanto al grado. di rifrangibilità? Lodato il Cielo, soggiuns’io, ch’io posso esser lungo ne' miei periodi quanto voglio, senza temere d’essere oscuro, e ch’io potrei anche in un di que’ degli Asolani dirvi esser questa la sperienza, che il Signor Mariotte tentò di fare, e non so per qual disgrazia, ma verisimilmente per lo prisma da lui adoperato nella separazion de’ raggi, trovò, che dopo la seconda rifrazione si aggiungevano nuovi colori al rosso, ed al azzurro. Per la qual cosa la immutabilità del colore veniva a ricevere non lieve torto nel Mondo Filosofico di qua dal Mare, se non si fosse ripetuta in Inghilterra la sperienza dinnanzi ad alcuni Letterati Francesi, il motivo del cui viaggio era tutto filosofico, e non si fosse chiaramente dimostrato, esser duopo, che il Signor Mariotte, benchè per altro così valente osservatore, avesse mancato ad alcuna delle cose al buon esito di essa necessarie. E in tal modo riconciliate furono su questo punto le due Nazioni, cui la diversità del