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174 Dialogo Quarto.

da querU del reltanrc degli uomini. Il Sole è chiara, e il Cielo rifpettivamente ofcuro; Ecco quanto gli balla per trovar fondi, c mezzi in abbondanza, relazioni del chiaro ali’ofcuro, vclamenti, com’egli dure, che fi fanno da quelle due immagini, onde fpiegare la diverfita de colori dei prifma. Io m’immagino, foggmns ella, che quella fpiegazìone non farà molto fempiice. Ella! fembianza d’eflere imbarazzata alquanto. Lafciando ftar quello, replicai io, che gli fi pòtria perdonare, e molte altre difficolta che fi potrebbe muovere: fe così è adunque, che quefta diverfità di colori dipenda dal mcfcolamcnto de’ rasai di quelle due immagini del Sole, e del Cielo? e dal velamento che l’una fa all’altra; egli è chiaro, che fe fi troverà il modo di fare, che 1 raesi del Cielo non arrivino al prifma, e per confcSuente non fì rifrangano, e non fi mefcolino co’ quelli del Sole, forniranno i colon tutti, i vagendo tutta quella bella Teoria, che nafce dalla mefcolanza di quefle due forte di raggi. Ora queflo fi può facilmente ottenere, fe prima di rar Rifrangere dal prifma il raggio del Sole, che entra pel foro della ftanza ofcura, la parte dimezzo di tuo, fi farà pafTare per un’altro foro fatto in una avola, o in un cartone porto m una notabile diiknza dalla nnellra. In quello caio tao o è lontano, che il prifma riceva i raggi de Cielo, cne contigui fono a que’ del Sole, ch’egli non riceve che que’ raggi del Sole, che vengon dal mezzo di XI e in nefluna maniera quelli che fono al lembo vicini. 1 colori adunque dell’immagine