Pagina:Algarotti - Il Newtonianismo per le dame, 1737.djvu/177


Dialogo Quarto. 165

nìuno dilatata per traverfo, ne differentemente da quel, ch’era prima, colorata.

La Natura, ditte la Marche fa, à pronunziato il gran giudizio, e di tre fìttemi, che fi erano offerti, il Newtoniano a avuto il pomo d’oro. Io vi conte fio, che internamente le fo buon grado di quello giudizio fuo, poiché per non parlare di quella inegualità accidentale di rifrazioni, che non ne porta il pregio, quella difperfionc del Grimaldi, e quella dilatazione di ciafeun raggio in particolare avea qualche cofa di comporlo, e d’imbarazzante per l’immaginazione. Se voi trovate, foggi uns’io, il giudizio della N ttura giufio, altrettanto bizzarro troverete, cred’io, quello dell’Avverfario del noftroFilofofo,di cui io vi parlava poc’anzi; il qual dice, che il Signor Newton confermò con giocondi fperimenti l’offervazione del Grimaldi.’lo mi maraviglio, rifpoie la Marchefa,non tanto di quello Avverfario, che fi vede non confutava gran fatto i Te Ili, quanto del Grimaldi lteifo, che non abbia tentato la fu a difperfione con un efpri mento così facile e femplice, come fi è quello, per cui non vi volea, che porre un fecondo prifma dopo il primo; il che pare dovette facilmente cadere in mente ad un uomo, che volea fare un fiftema. Dite più torto, foggiuns’io, ad un uomo, ch’era molto efercitato nell’arte deU’offervare, poiché il voler de* fittemi, e il far delle fperienze fon due cofe, che non vanno gran fatto infieme. Ma egli pare che generalmente le cofe più femplici, fieno ftmprc le più difficili, e per confeguente le