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Dialogo Quarto. 161

quale altrimenti rotonda, o quafi che rotonda ef- iv*r dovrebbe; ovvero che la luce acquifli pàCao 5 - do per lo prifma de' colori, ch'ella non ave a in- nanzi, e di più che ogni raggio fi diflìpi, fi dila- ti, e fi difperga in molti altri raggi divergenti tinti di diverfo colore, onde fi formi quell’im- magine colorata, e molto più lunga, che larga ; e quello è ciò che fu fuppofto da un'altro Filo- fofo al Signor Newton anteriore chiamato Gri- maldi, e che viene fot co il nome di difper/tone della luce. Egli è necefTario, come vedete, fe noti fi ammette la diverfa rifrangibilità, di porre que- fta difperfione , per ifpiegare come l'immagine colorata del Sole, debba aver dopo le rifrazioni del prifma una lunghezza molto delta fua lar- ghezza maggiore .

Quella fperienza adunque, diffe la Marche- fa , che tanta attenzion m'a coftato per bene idearmela, e quella lunghezza dell'immagine dei Sole , a provar non balìa la varia rifrangibilttà ; poiché tutto ciò fi può fpiegare con un altro fi- ftema ben diverfo, come fi è quello della difper- fione . Io vorrei qualche fperienza , che non fi poteffe affolutamente fpiegare, che col Newto- niano , e allora mi parrebbe d'effer contenta. Quello appunto, rifpos' io, è ciò, che è nece Ila- rio per provare la diverfa rifrangibilità , come pure qualunque altro principio in Fifica, e que- llo à tatto il Signor Newton non fapendo forfè , ch'egli avrebbe, ciò facendo, contentato un gior- no una bella Dama; checche ne dica per altro un' Autore, il quale l'à accufato di aver dalle ofTer-