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156 Dialogo Quarto.

mere , coficchè non vi farebbe fiata attitudine sì flrana, in cui egli non avelie indovinato i vari e quali infiniti .fcherzi , ch'elfi debbon fare, e 'di quella fua fetenza il famofo giudizio nel Vatica- no, ne fa manifefta fede . La Calamita è un fe- creto del medefimo genere . La natura di elfa , e la cagione de' fuoi maraviglioiì effetti è, e farà venhmiìmenre pe' Filofofi , ciò che è la lingua Punica per gli Eruditi . Quella ignoranza però non a fatto , che non fe ne feoprano molte pro- prietà, come per efempio che armata di accia jo ella potrà innalzare un' affai maggior quantità di ferro, che difarmata, che da una parte ella tirerà a fe un' altra Calamita, e dall'altra la difeaccierà, e mille altre di quell'ordine, lafciando (lare il fu o collantemente dirigerfi a' Poli del Mondo , che tante verità alla Filìca, alla Navìgazion la bullo - la X fornito , e tanti comodi al commercio ed ai genere umano . Quella fi è anzi l'unica maniera di pervenire, fe è mai poftìbile, a conofeere lana- r tira, delle cofe, l'ofìervare cioè, e l'indagare coli* ultima attenzione le proprietà più recondite , e più fccrete, le proprietà primitive , ed elemen^ tari , dalle quali le altre tutte dipendono . Fin" ora avete veduto ne' fìttemi di Filofofia le mode della immaginazione umana, che fi fonfuccedute di mano in mano le une alle altre a riempire l'or- goglio dell' uomo, di qudt'eiTère fera pre inganna- to, e tempre credulo. Orala luce f le fra, e la veri- tà per bocca del Signor Newton vi parla. Udia- mola, dille la Marthefa, attentamente . Ogni re- ilo di caligine, che poteile criuf carmi ancora dalla men-