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138 Dialogo Terzo.
con quella vofira Mulìca , e con quello voftro Ceni baio di nuova invenzione? Volere voi forfè con quello mettete in ridicolo la fìlofofica fimilitudìne, che mi avete £ìn ora e f pollo '< Il Ciel non voglia, rìfpos' io, che mi venga mai tentazione di mettere in ridicolo ciò, che voi avete adottato in luogo de' volt ri globetti. Quello fi è un Cembalo di nuova invenzione in verità, ma non per quello niente meno reale e vero, in cui al muover de' talli in luogo di udir d.e' fuoni , voi vedrete comparir colori, e mezze tinte, che faran tra effe la medefima Armonia , che fanno i fuoni . Le fonate di Rameaux, o del Saffo ne ve* duce fu quello Cembalo faranno il medetìmo piacere agii occhi, ch'elle fanno udite ne' Cembali ordinar} agli orecchi. L'amore, la pietà, la baldanza, o l'ira faran molle ne' nofìri animi dalle confonanze d'un pezzo di moerre e di fcarlatto : quello maraviglilo tiramento li (là ora facendo di là da' monti, donde voi altre avrete da orainnanzi le feti uccie, le 11 effe, e le -re 11 re nallriere in mufica. il pad aggi ero piacer degli orecchi farà filfato negli occhi, e fi potranno continuamente goder tefluti in una tappezzeria i palleggi di Farinello.
L'abito dell* Arrichì no, ripres'ella a dire, ne avrà probabilmente dato la prima idea all'Inventore. Ma buon per noi, che non avrem più almeno di qui innanzi a romperci il capo per accordar inde me i colori de'nolìri vefìiti. Noi non avremo che a consultar le terze, e le ottave di