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Dialogo fiera? ’ 127

pilla, che il lume del giorno non gli orrenda,Quando adunque fi paiTa da un luogo illuminato in un’altro, che fi poffa chiamare nfpetto al primo ofeuro, eiTendo la pupilla in fui principio ty gretta molto, non entra nell’occhio quella copia di’ raggi, che ad eccitar la vinone e ncceffana. La pupilla poi comincia a dilatarli, e noi pure cominciamo a vedere; e perchè quefto dilatarli fi fa a poco a poco e per gradi, cosi noi a poco a poco e per gradi vediamo gli oggetti fempre pm chiaramente fino a tanto che ridando di dilatarli la pupilla a un certo fegno, noi feguitiamo poi fempre a vedere gli oggetti nel medenmo grado di chiarezza.

Voi non mi avete dato tempo, diss'ella, ne men di penfare. Chi sà che non avessi trovato io pure questa spiegazione, che almeno ora non mi par cosi difficile. Balìa bene, rìfpos’10, che voi abbiate trovato la fpiegazion d’un fenomeno, e veduto la difficoltà di un altro. Bella cofa per jnia fe’, foggiunfe la Marchefa quafi m colera, di vedere le difficoltà fenza fcioglierle.. Un Gener tale che a (Te dia una Piazza, e non la prende, e bene ftimabile in vero. Nò, rifpos’10, ma egli lo è di non volerne talvolta intraprender falledio. La prima faviezza, come dicono, è di non efier pazzo, e la prima feienza di non e£Ter troppo arrogante, e di fentire la propria impotenza. Sipete voi quanti, che palfan comunemente per FilofoS per dir male ne’ circoli, e ne’ caffè della Filofona antica, che non conofeono che di nome, per chiamar Ergoilii coloro che la profetano, per aver