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n8 Dialogo Terzoni
dono comunemente i frutti della meditazione de' fecoli più vicini a noi , come farebbe la polvere d'Archibufo , la correzione che bifognava fare al Calendario, la falfa maniera onde allora generalmente fi ftudiava, in fomma quello uomo degno, a cui fi pone fièro ftatuc , e fi facefiero onori immortali, fu maltrattato , perfeguitaro, tenuto prigione per anni contìnui, ed accufato per Mago e Stregone, come colui che avea alleanza , e fe la intendeva col Diavolo per far cofe, per le quali altro non richiedevafi che fuperioricà di fpirito ed ufo libero di ragione ; e rutto l'onore, che allora fi fcce a quelle invenzioni, che noi ora ammiriamo tanto, fu di ffimar degno d'elfer bruciato vivo il loro Inventore . E' vero che prefenic- mentei Dotti non fi faziano d'ammirare la pro- fondità, e l'acutezza d'un' uomo, che in un feco- Jo cosi barbaro, come il decimoterzo era, penfasse in un modo, ia cui pochi (Ti mi del fuo genere penfano in quefto coì,ì illuminato , com'egli è . Ma qual gratitudine iì è mai quefla, vivo perseguitarlo, tenerlo prigione, e volerlo brugiare , e dopo cinque fecoli farne gli elogj, e riflam parlo? Non e egli quello il far la Deificazione d'Omero dopo morte , e lafciarlo in vita perire, e morir di fame ? I Telefcopj effi pure cagione di tante belle notizie, che per effi noi ora abbiamo, non trovarono nel principio del pallato fccolo gli uomini niente più difpolti alla gratitudine . A loro s'imputavano le macchie del Sole, i Satelliti di Giove, le vane apparenze di Ventre, come ranti inganni delia villa , de' quali effi fofler foli colpevoli.