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Dialogo Terzo*. |*5 voi, e a questo effetto di avvicinare, e di allontare’dall'umor cristallino secondo i varj bisogni la retina, dissero alcuni, servire certi muscoli, che circondan l’occhio, oltre al servire ch'essi fanno ad alzarlo, ad abbassarlo, a girarlo a destra, e a sinistra, e a dargli un certo moto obliquo, che Venere principalmente ha la cura di regolare.

Con questi Amore


j Sfóf occhio

Quaft di furto mira, Né mai con dritto guardo i lumi gira.


e con quefti, gli occhi fi dicono moke volte gli uni agii altri ciò, che la lingua non ofa nominare. Alcuni kìkn differo, che la retina {landò immobile, l’umor ernia! li no s’avvicina, e fi allontana di ella, o pure che l’umor criitallmo muta folamente figura, rendendofi più convello per gli oggetti vicini, e meno per li lontani, e tavvi inrìne chi pretefe l’uno, e l’altro farli nel medefimo tempo; le quali cofe tutte preltano il medeiìmo effetto, che fe la retina fi avvicinane ò allontanali da lui; il che voi fuppor potrete come ciò, che è più facile all’immaginazione. Per ogni dittanza adunque fi richiede una novella conformazione neh occhio, la quale perchè non li può fare fenza moto, o fenza un certo sforzo, vogliono alcuni, eh* egli ci avvilì per una certa naturai geometria delle varie diilanze degli oggetti; il qua! modo per altro di giudicare, mainine quando fi tratta di oggetti molto lontani, è aliai