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68 LA PITTURA nendoci che si è conservato sino a’ dì nostri, col guardare le antiche statue potrà il giovane vantaggiarsi di molto, come si è detto, nello studio della Notomia. E avanzatosi in esso di mano in mano, non pochi sono gli esercizi che gli converrà fare per via meglio impossessarsene. A cagione di esempio: date in disegno le cosce di una figura, come del Laocoonte, appiccarvi le gambe conforme a ciò che domanda lo stato de’ muscoli delle cosce, i quali pur sono i flessori e gli estensori delle gambe; e tal positura precisamente e non altra cagionano in quelle. Dato un semplice dintorno della notomia o di una statua, aggiugnervi le parti tra esso comprese e muscoleggiarle secondo la propria qualità del dintorno che dinota nella figura tale attitudine, tal movimento e tal forza. Questi e altri simili esercizi varrebbono tant’oro per insignorirsi in breve tempo de’ principi più fondamentali della Pittura. Tanto più che potrebbe il giovane paragonare dipoi colla statua o col gesso il suo disegno, per vedere dove avesse fallito e correggersene; cosa che ha molta conformità con quello che vien praticato da’ maestri di grammatica, quando a’ loro discepoli fan porre in latino un tratto di Livio o di Cesare volgarizzato, e ne fanno dipoi confronto col testo medesimo dell’autore. Della prospettiva Allo studio della Notomia fa di necessità aggiugnere sino dal bel principio quello della Prospettiva, come nulla meno fondamentale e necessario. Il dintorno di un oggetto che si disegna in carta od in tela, la intersecazione rappresenta, e non altro, dei raggi visuali dalle estremità dell’oggetto vegnenti all’occhio, quale farebbesi da un vetro che colà posto fosse dove è la carta o la tela. E data la situazione dell’oggetto al di là del vetro, la delineazione di esso in sul vetro medesimo dipende dalla distanza, dall’altezza, dall’a destra o a sinistra, dal luogo preciso in cui trovasi l’occhio di qua dal vetro; che vale a dire dalle regole della Prospettiva. La quale scienza, contro a quello