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l’imperio degl’incas | 339 |
fa giornalmente la Chimica del ferro, che aggiungendovi colle operazioni sue nuovi principî d’infiammabilità, dandogli una elasticità e un lustro che per sé non aveva, lo converte in acciaio e ne fa si può dire un altro metallo. Quanto famoso, altrettanto instruttivo è quel tratto di Licurgo, quando in mezzo all’assemblea dei Lacedemoni ei recò quei due cani di umore differentissimi; l’uno tutto domestico, l’altro tutto selvatico, l’uno si gittava avidamente sopra le dilicatezze che se gli mettevano innanzi, l’altro non le fiutava neppure, ed era solamente goloso della caccia ch’ei poteva comperarsi con fatica ed istento. Del che maravigliandosi forte i Lacedemoni, «Sappiate», disse loro Licurgo, «che questi due cani sono usciti non per tanto dal seno della istessa madre, che e’ sono nati a un parto, ma tali sono divenuti, quali voi gli vedete solamente per avergli io da piccini in su differentemente allevati».
In ogni città, asserisce un rinomatissimo autore, dove sieno famiglie per modi e instituti diverse, veggonsi in quelle certi proprî e particolari costumi che, più che altro, le distinguono tra loro. Non nasce dal sangue, variandosi co’ matrimonî; ma dalla educazione che in ciascuna famiglia è sempre la stessa. Un giovanetto sino da’ più teneri anni comincia a sentire dir bene o male di una cosa; di necessità ne fa impressione, e da quella regola il modo di procedere in tutti i tempi della vita sua. Quindi in Roma i Manlii ostinati e duri, i Publicoli uomini benigni e amatori del popolo, gli Appii ambiziosi e nemici della plebe. La qual verità, lasciando gli antichi esempî, chiaro si manifesta anche oggigiorno. L’imperio del Giappone, in virtù di una educazione feroce, si trova abitato da un popolo imperturbabile ne’ più gran sinistri della vita, da un popolo di Stoici. Nell’America settentrionale, prima che vi si radicassero tanto gli Europei, si poteva fare oste di Muzi Scevola e di Regoli; e per ragion della educazione le Porzie nel Coromandello sono cosa volgare. Ma niun legislatore meglio conobbe la forza che ha in noi l’abitudine, di formare in grandissima parte il genio e di ammanierar la natura, e fece della educazione uno affare di stato, quanto fecero gl’Incas. Per formare uno adeguato concetto dei provvedimenti che intorno a