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318 | la giornata di zama |
piace d’inferire che Scipione, per nascondere i suoi disegni al nemico, fosse da prima ordinato alla usitata maniera de’ Romani, e dipoi, per vincerlo, cambiasse la ordinanza e venisse a porre le sue fanterie le une alla coda delle altre nel medesimo filo in una linea o schiera di colonne. Ciascuna colonna, dic’egli, era di tre sezioni, Astati, Principi e Triarî, con uno intervallo di soli quattro passi da principio tra una sezione e l’altra; le quali poi nel combattimento si riunirono insieme testa con coda senza lasciare tra loro il minimo intervallo. E un tal ordine di combattere, aggiunge il Folard, stimò quel gran capitano esser quell’uno che nel caso suo potea dargli la vittoria; e ciò per trovarsi egli in campagna rasa incontro a un nemico che avea gran numero di elefanti e sopra il doppio di fanterie. Gli spazî diritti ed aperti tra l’una colonna e l’altra, davan libera la via al furor degli elefanti; e le colonne, che a un bisogno fanno fronte da ogni banda, lo mettevano in sicuro contro al pericolo di essere accerchiato dal maggior numero delle genti nemiche; né, per romperlo, in niuna altra cosa dovea più confidare, che nella unione, nell’urto e nel peso della colonna. Ed ecco la chiosa del Folard e il sugo che si può spremere, se io non m’inganno, da quella sua Dissertazione sopra la giornata di Zama. Alla qual giornata si vide, egli conchiude, quanto negli andati tempi praticar potevasi di più maraviglioso e perfetto nell’arte di ordinare e di far combattere la fanteria1.
E già ad ognuno dovrà pur sembrare la nuova cosa che un uomo de’ nostri giorni si metta a far descrizioni dei fatti antichi a fronte degli scrittori antichi; e che il Folard possa darsi ad intendere di aver penetrato nel consiglio di guerra di Scipione meglio che non seppe fare un Polibio, uomo nel mestier dell’armi consumato quanto altri mai, nudrito nella casa de’ Scipioni e confidentissimo di quel medesimo C. Lelio il quale combatté
- ↑ «Si l’on veut bien faire attention à cette disposition du Général romain, on conviendra, qu’il ne s’est rien pratiqué dans l’antiquité de plus merveilleux et de plus parfait dans la disposition de l’infanterie, dans l’art de la faire combattre et de se ranger»: Observations sur la bataille de Zama au Liv. XV, chap. I de l’Histoire de Polybe, t. VI.