Pagina:Alfredo Panzini - Il diavolo nella mia libreria.djvu/169

162 II diavolo nella mia libreria ::


con quel bel faccione sbarbato, con la sua bella parrucca, i suoi bei merletti davanti.

Mi guarda sorridente, e par che dica:

    Se a ciascun l'interno affanno
Si leggesse in fronte scritto.
Quanti mai che invidia fanno
Ci farebbero pietà.

«Andiamo, via, signor Metastasio, che lei è stato felice di dentro e di fuori; senza un mal di testa sino agli ottant'anni. Figlio di un pizzicarolo, nato in una lurida via di Roma, morire in Vienna fra il compianto delle arciduchesse, senza contare le belle donne che le si offersero quando lei era giovane! E non è piccola fortuna per un poeta vedere che qualche suo verso vive popolare ancora, dopo tante vicende»

Ma a lungo andare quella lettura del Metastasio mi disgustò.

«Ah, falso poeta — esclamai — cantore di falsa patria, di falso eroismo, di inzuccherate virtù! E anche l’amore, tutto un gioco e uno scherzo, come la palinodia a