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:: Dolce morale 159

Ad un tratto, ecco un lividore nel cielo, un guizzo di lampo, un rabbrividire delle foglie nel parco.

Pare che la rivoluzione la faccia il cielo, più che gli uomini.

Il cielo non ha altro mezzo per purificare l'aria se non gli uragani.

Sì, lo so. Quella damina che non può più portare lo scapolare sulla nuda pelle, perchè farà un brutto vedere quando dovrà peccare; quel giovanetto che non digerisce più nulla dei decotti del suo maestro, non hanno ragione di esistere: lo so.

Tutte le istituzioni sono applicabili all’uomo e vanno bene, finché vanno, finché i freni tengono, finché non si superi un certo limite di tolleranza.

Dopo, addio! Crac!

Giustifico il crac. Ma se anche fossi un poeta come il Carducci, non sentirei il bisogno di far della lirica rivoluzionaria. Si corre il rischio di rimanere poi imprigionati nella rete delle proprie teorie. Verissimo!