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:: | La giustizia, il pudore; e una seduta ecc. | 123 |
Udivo vari commenti, vari discorsi, i quali si componevano e scomponevano come le nubi quando galoppano sospinte dal vento. Fra quei discorsi scintillavano alcuni nomi, come proletariato, borghesia, Sovieti, Sindacato, Superamento, Fichte, Vico, Bela Kun, Marx, Sorel. Ed erano questi nomi proferiti come se avessero contenuto in sé forze magiche, che mi ricordavano lontani nomi che ricorrono su le labbra delle donne che vanno in chiesa: San Rocco miracoloso contro la pestilenza, Sant’Emidio contro il terremoto, Sant’Antonio che fa undici miracoli al giorno. Dicevano anche molte sentenze che potevano essere vere, e anche non vere.
Quegli eleganti parlatori pur seguitavano i loro discorsi; ma, ad un certo punto, io udivo soltanto il suono delle loro parole.
Avevo una sensazione visiva e acustica; ma non intellettiva.
Uno fra essi portava la camicia di seta bianca, che pendea dalla manica come un